mercoledì 24 gennaio 2018

Un sacchetto di Biglie

Voglio  parlarvi di un libro che è rimasto impresso nella mia memoria.
Ricordo di averlo letto quando avevo più o meno la vostra età e frequentavo la scuola primaria, che allora si chiamava "Elementare".


La maestra ci assegnava un libro al mese da leggere e di cui poi dovevamo fare la relazione.
Autore, Titolo, Casa editrice, anno di edizione, genere, protagonista, personaggi principali, ambientazione, trama, commento.

Non ricordo nessuno di questi libri, tranne quello di cui voglio parlarvi oggi: Un sacchetto di biglie di Joseph Joffo.

La storia è molto avvincente e io mi ero immedesimata nei protagonisti, i due fratelli Joseph e Maurice Joffo.
La famiglia si divide per sfuggire alla cattura da parte dei soldati nazisti, e spera di potersi riunire a Nizza, al sud della Francia: viaggiando da soli forse avranno più possibilità di salvarsi.

Ricordo di averlo letto molto volentieri, di aver seguito le vicende con la curiosità di sapere cosa sarebbe successo in seguito. Cercavo di immaginare quello che avevano sentito, la paura, il sollievo, l'avventura  e ricordo di essermi spesso chiesta cosa avrei fatto io al loro posto, e se sarei stata capace di cavarmela come sono stati capaci loro.
Nei miei ricordi di bambina quasi quasi ho invidiato la loro capacità di badare a se stessi. Certamente non avevo ancora capito fino a che punto la loro vita fosse davvero in pericolo.

Il 27 gennaio è il giorno della memoria.
Non la memoria come capacità di ricordare, ma la memoria come dovere di raccontare cosa è successo nel passato per poter far tesoro degli insegnamenti e non replicare gli errori.
In questo giorno si ricorda la persecuzione e la morte di tante persone ebree durante la seconda guerra mondiale, ad opera dei nazisti. Si ricordano le storie di chi si è salvato, e ha potuto raccontare ciò di cui è stato testimone, si ricordano i nomi di chi non è sopravvissuto, e di quanti , per fortuna tanti ma non abbastanza, hanno cercato di salvare quante più persone sono riuscite, noncuranti del pericolo che correvano per se stessi.
Memoria è anche leggere una storia e cercare di capire cosa possono aver provato i protagonisti: cercare di sentire la loro paura, il loro freddo, la loro fame, la loro gioia, il loro sollievo, è il modo che abbiamo noi per metterci nei panni degli altri e comprendere quello che stanno vivendo o hanno vissuto.

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